Africa

Benin

KARETHIC

In diversi paesi africani 16 milioni di donne sopravvivono raccogliendo il karité, che però viene lavorato solamente da quattro gruppi industriali, che impongono le proprie regole e prezzi. Karethic ha saputo unire la tradizione ancestrale africana, arricchendola con i principi dell’ agricoltura biologica ed equo solidale. Il burro di Karatè inoltre è seguito durante tutta la filiera produttiva, per offrire un burro lavorato artigianalmente e in modo naturale.

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Egitto

FAIR TRADE EGYPT

Gli artigiani egiziani sono stati duramente colpiti da processi di industrializzazione e di globalizzazione, trovandosi ai margini della vita economica e sociale. Fair Trade Egypt vuole sostenere e rafforzare i piccoli produttori nello sviluppo della produzione, fornendo un canale di marketing per la vendita dei prodotti, anche all’estero. L’organizzazione collabora con diverse realtà, soprattutto le più marginalizzate, come per esempio le donne beduine di Marsa Alam, che vivono lontano dai mercati.

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Etiopia

SABAHAR
 Gli artigiani etiopi hanno sviluppato nei secoli una grande maestria nella filatura e tessitura della seta, i bachi da seta Eri si sono adattati al clima e costituiscono tutt’oggi un esempio di totale sostenibilità, nutrendosi di foglie di ricino, che crescono abbondanti e resistenti alle malattie. Sabahar collabora con il Ministero dell’Agricoltura etiope in programmi di formazione per donne che vogliono imparare ad allevare i bachi, attraverso, ad esempio, manuali in amarico, che spiegano come allevare e nutrire i bachi.
 
 
SIDAMA

 Durante il regime socialista in Etiopia, i produttori di caffé erano costretti ed essere membri di una cooperative a cui vendevano tutto il loro caffé, la Sidama Coffee Farmers Cooperative Union, fondata nel 2001, ha il principale obiettivo di stabilire un rapporto diretto tra i produttori, le aziende esportatrici ed i clienti. Il canale del Commercio Equo e Solidale si è dimostrato da subito fondamentale per questa realtà, fatta di piccoli produttori che in breve tempo hanno raggiunto la sostenibilità economica.

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Guinea-Bissau

SAO FRANCISCO
SAO FRANCISCO

Sao Francisco da Floresta promuove attività che mirano a spingere i giovani a salvaguardare la natura in tutti i suoi elementi, scegliendo lo sviluppo rurale come fondamento di crescita economica per il Paese. L’azienda agricola è di proprietà della Diocesi di Bafatà, dove vengono coltivati anacardi e alberi da frutta, lavorati e trasformati in una fabbrica totalmente sostenibile, grazie ad un impianto fotovoltaico. Oggi l’azienda vuole diventare una realtà di sviluppo auto-sostenibile tramite la riqualificazione del personale e la commercializzazione internazionale dell’anacardo.

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Kenya

BOMBOLULU

Bombolulu è gestita dall’Associazione dei Disabili Fisici del Kenya, che a Mombasa ospita laboratori di artigianato, alloggi per i lavoratori e un centro culturale, creato nel 1994. La maggior parte degli artigiani e del personale amministrativo ha disabilità fisiche, attraverso questo progetto, vengono forniti loro gli strumenti economici e sociali utili per l’autosufficienza e l’integrazione. Mette inoltre a disposizione un ambiente di lavoro adatto, dove si coordina la produzione, la commercializzazione e la promozione dei prodotti sia sul mercato locale, che su quello internazionale.

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Bombolulu
MACHAKOS
machakos

Machakos nacque come centro di raccolta e di servizi per piccoli coltivatori di caffè, negli anni Settanta, l’associazione si adoperò per sostenere l’accesso al mercato dei contadini e nel ’88 iniziò a lavorare sull’artigianato. Grazie ai buoni risultati e ai contatti con il commercio equo e solidale europeo, l’associazione ha approfondito l’impegno nell’artigianato e si è organizzata strutturando e affiancando questa attività a quella con i coltivatori di caffè. 

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MERU HERBS

Meru Herbs è una tra le iniziative di un ampio progetto idrico iniziato nel 1986 che nacque per portar acqua e lavoro ai contadini del Kenya centrale. Il Ng’uuru Gakirwe Water Project iniziò con lo spontaneo associarsi dei contadini nella zona semiarida del distretto del Tharaka, l’irrigazione ha raggiunto 430 famiglie, dopo tre fasi di ampliamento completate nel 1994. Parallelamente si è lavorato per creare un’occupazione dignitosa per i contadini, grazie alla raccolta e alla trasformazione di frutti e fiori, che sono lavorati e trasformati in uno stabilimento, il cui ricavato va a sostenere il progetto idrico.

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UNDUGU

«Don’t give them money, give them education», non date loro soldi, ma offritegli formazione: è questo il motto della Undugu Society, un’Ong kenyota che dal 1973 assiste i giovani di strada delle baraccopoli di Nairobi. Per migliorare le condizioni di vita dei bambini è fondamentale che i genitori abbiano un lavoro pagato in modo equo, nel 2010 l’associazione ha formato un’unità di commercio equo per rafforzare la produzione artigianale e stabilire un collegamento più stretto con il mercato internazionale del Commercio Equo e Solidale. 

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Madagascar

RAVINALA

Ravinala coopera con circa 300 gruppi di produttori tra agricoltori e artigiani, che trovano in questa realtà la possibilità sia di ampliare la propria rete commerciale a livello internazionale sia di accede a varie occasioni di formazione. Ogni decisione, che riguardi le tipologie di prodotto o il prezzo, viene presa in modo totalmente condiviso con le organizzazioni partner. Altromercato acquista da Ravinala Sarl alcune tipologie di olii essenziali provenienti da Equimada e vaniglia in bacche proveniente da Parapharma. Inoltre Ravinala Sarl, in collaborazione con l’Ong Reggio Terzo Mondo, è protagonista di molti progetti di sviluppo sanitari ed educativi in tutto il paese.

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Malawi

MASFA

Gli associati a MASFA coltivano e vendono arachidi, prodotto importante nel processo di differenziazione della produzione agricola del Malawi, oggi indebolita dal calo della domanda mondiale del tabacco. Grazie alle condizioni offerte dal commercio equo, la numerosa popolazione che sopravvive grazie all’agricoltura, può vivere e lavorare dignitosamente, contando su guadagni giusti e sulla possibilità di investire per migliorare le proprie condizioni.

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Marocco

TARGANINE

L’Arganeraie è una foresta di venti milioni di alberi di argan, tra Safi e Goulimin nel sud ovest del Marocco, dichiarata Riserva della biosfera dall’Unesco. Questa pianta è fondamentale per la sopravvivenza delle donne berbere, che ne conoscono tutti i segreti erboristici. Targanine è un Gie (Groupement d’interet economique), unito da un interesse economico, formato da più di 400 donne divise in 6 cooperative di villaggio, la lavorazione dell’argan per loro significa emancipazione e indipendenza, arginando l’esodo rurale e valorizzando le antiche tradizioni.

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Mauritius

CRAFT AID

Craft Aid iniziò la propria attività con la realizzazione di oggetti in carta; nel 1985 ha aggiunto un’unità per il confezionamento dello zucchero (prodotto sull’isola) e negli anni ha differenziato ulteriormente i propri settori, tra i quali spicca il laboratorio di confezioni tessili. Oggi Craft Aid offre opportunità di riabilitazione e inserimento lavorativo soprattutto ai disabili, ma anche ad altri soggetti in gravi difficoltà, quali ad esempio donne che si trovano ad essere l’unica fonte di reddito per la famiglia.

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MSS

Nel nord del paese è presente una terra piatta, dove la coltivazione della canna da zucchero ha preso il posto della vegetazione nativa. Per questo motivo è stato intrapreso un lungo percorso per rendere sostenibile la produzione della canna da zucchero, con il coinvolgimento delle istituzioni e di numerosi partner stranieri, che hanno negli anni aiutato l’industria ad essere più efficiente ed inclusiva. La produzione di zucchero di canna è una delle attività economiche più importanti delle isole Mauritius e buona parte della popolazione dipende dal ricavato della vendita della canna da zucchero.

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Senegal

BFCS

Baobab Fruit Company Senegal, nasce a fine anni ‘90, grazie all’ingegnere alimentare Mauro Ottaviani che, durante un viaggio in Africa Occidentale resta affascinato dalle notevoli proprietà nutrizionali e cosmetiche del baobab, tanto da diventarne pioniere nella trasformazione. La raccolta del frutto di baobab avviene nella regione di Tambacounda, che si trova nella zona sud-orientale del Senegal, un territorio arido e molto povero. Molti ragazzi dei villaggi emigrano, o meglio fuggono in cerca di fortuna nella mitizzata Europa. BFCS, invece, offre un lavoro sicuro e giustamente remunerato. 

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FFBSS

Il 75% della popolazione rurale in Senegal è sotto la soglia di povertà in particolar modo donne e giovani e lo sfruttamento delle monocolture ha tolto spazio alla coltivazione di prodotti diversificati. La Federation Filiere Baobab du Sine Saloum, creata con il supporto dell’Ong Peracod a Kaolack, lavora con le donne su progetti ambientali e di tutela della foresta, formandole e supportandole. In ognuno dei villaggi coinvolti dalla filiera lavorano da venti a cinquanta donne, la cui principale attività economica è la trasformazione del baobab, fonte di reddito per le famiglie coinvolte.

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Sud Africa

HEIVELD

Suid Bokkeveld è una regione della Northern Cape sudafricana, una zona semidesertica, ottimo terreno per il rooibos selvatico. La cooperativa Heiveld nasce nel 2002 su iniziativa di un gruppo di piccoli produttori “coloured” della regione, qui nonostante siano passati alcuni anni dalla fine del regime dell’apartheid, il contesto regionale isolato è ancora carente di servizi e infrastrutture e permane una discriminazione di tipo economico. Per i piccoli produttori unirsi in cooperativa costituisce un cambiamento radicale, poiché Heiveld garantisce dignità, democrazia interna, e un solido progetto di imprenditoria sociale. 

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Tanzania

KCU

Kagera Cooperative Union, nata nel 1950, unisce 128 cooperative in tre regioni piuttosto isolate e coinvolge quasi 60.000 piccoli coltivatori di caffè. Per questi contadini la vendita del caffè è essenziale per il sostentamento delle loro famiglie. KCU lavora in particolare con i villaggi tradizionali, i cui rappresentanti partecipano 2 volte all’anno all’Assemblea Generale e in cui tutte le cooperative assieme prendono le decisioni più importanti.

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KCU

Turchia

ISIK TARIM
ISIK TARIM

Isik Tarim, organizzazione nata negli anni ’70, pioniere del biologico in Turchia, è iniziata come una piccola realtà, con un esiguo numero di contadini, fino a crescere diventando una delle maggiori realtà turche che esportano frutta secca di qualità. Presente in 90 villaggi in diverse regioni, riunisce oltre 1.000 contadini certificati in agricoltura biologica e nei mesi della raccolta dà lavoro a molti stagionali, tutti assunti con contratti regolari e pagati equamente. I contadini vivono nei cosiddetti “Happy Village”: è qui che troviamo l’agricoltura autentica, su base familiare, in cui tutti i contadini si aiutano vicendevolmente. 

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